1° Luglio 2016: come dimenticare?

Sembra ieri ma e’ gia’ passato un anno. Ancora ricordo.

Venerdi’ sera, ultimo venerdi’ di Ramadan 2016. Stavo guardando un film al computer, come facevo quasi tutte le sere per rilassarmi dopo la giornata. Sarebbe seguita una pesante giornata di lavoro come sempre. Il film era quasi finito, la bottiglia di distillato clandestino Chakma anche. Quasi mezzanotte.

Mi arriva un messaggio su Viber (si’, in Bangladesh si usava Viber): “Stai guardando il telegiornale?”, era il mio datore di lavoro. Stavo rispondendo, No, perche’?, quando mi si chiude Viber ed entra una telefonata da un amico imprenditore, anche lui residente in Bangladesh: “Tu sai qualcosa? Hanno preso in ostaggio gli italiani al bakery!”

Semplicemente “bakery” era il soprannome della pasticceria-panetteria-ristorante “Holey Artisan Bakery”, situato a Gulshan-2, due passi da casa mia e dai pochi stranieri che conoscevo e frequentavo. Ci ero stato un sacco di volte, era semplicemente l’unico ristorante che cucinava decentemente e che faceva pane e pasticceria buoni. Praticamente tutti gli occidentali residenti in Bangladesh frequentavano quel locale.

Obiettivo anche troppo facile e scontato per aspiranti terroristi di Allah. Ma il Bangladesh ancora non conosceva la morsa del Terrore del Jihad.

Accendo la TV locale dove trovo solo programmi-spazzatura sul Ramadan e nessuna notizia interessante.

Mi bussano alla porta, era il portinaio: “Non uscire di casa, fuori stanno uccidendo”. Un po’ troppo alticcio e con le idee ancora poco chiare, rispondo che e’ mezzanotte passata e di certo non esco di casa adesso, mai fatto del resto.

Viber continua a vibrare (triste gioco di parole non voluto), anche le persone a cui penso meno, di cui non ricordavo nemmeno l’esistenza, scrivono e scrivono; ormai smetto di leggere.

Apro Twitter, scrivo “Dhaka” e mi esce il suggerimento “#DhakaShooting”, che e’ trand in quel momento.

Da li’ inizia il flusso di tweet: – Holey Artisan Bakery assediato. – Polizia circonda I terroristi. – 20 stranieri sequestrati nel ristorante degli occidentali.

Decido di spegnere tutto e di andare a letto. Nel sonno sento lontani suoni di spari ed esplosioni, tutta notte. Al mattino mi sveglio come sempre e leggo un SMS dal capo ufficio con cui ci informa che oggi l’ufficio non apre perche’ c’e’ ancora in corso l’operazione di polizia.

Apro finalmente quotidiani on-line, agenzie di stampa e Twitter e inizio a leggere notizie piu’ chiare, anche se ancora confuse e contraddittorie: Il Califfato rivendica l’attentato nella notte. L’operazione di polizia e’ stata lanciata alle 8,30. Morti tutti. Morti tutti. Poi iniziano ad arrivare foto di conoscenti, amici, e un nome che conosco gia’ dal 2005: “Gianni” Boschetti, che sarebbe riuscito a nascondersi in giardino e salvarsi.

Parlo nuovamente al telefono con il mio datore di lavoro, che mi dice che dentro c’erano 9 italiani e che sono tutti morti. Mi dice anche qualche nome, tutti piu’ o meno familiari.

I giornali locali danno un primo dato in tarda mattinata: 18 ostaggi liberati e 5 morti, di cui 2 italiani confermati. Morti anche 7 terroristi.

Nel primo pomeriggio i dati vengono corretti: 20 ostaggi morti trovati all’interno del locale, tutti occidentali. 13 ostaggi salvati di cui 2 italiani. Dei 7 attentatori, 6 sono stati uccisi e di 1 non ci sono chiare notizie dai mass media (catturato?).

Infine arrivano dati piu’ chiari e definitivi: uccisi 7 giapponesi, 1 indiano, 1 americano e 2 bengalesi. Sono 9, invece, gli italiani uccisi:

Adele Puglisi

Marco Tondat

Claudia Maria D’Antona (moglie del sopravvissuto Gian Galeazzo Boschetti)

Nadia Benedetti

Vincenzo D’Allestro

Maria Rivoli

Cristian Rossi

Claudio Cappelli

Simona Monti

I 7 ragazzi bengalesi affiliati allo Stato Islamico sarebbero entrati nel ristorante d’improvviso quando il massimo numero di clienti occidentali era presente. La probabile soffiata da uno dei dipendenti del locale, non identificato. Hanno preso tutti in ostaggio per l’intera notte. La polizia ha assediato prontamente il ristorante, cercando di negoziare. Nel frattempo i jihadisti stavano interrogando I presenti: chi sapeva recitare versi del Corano era liberato, uno alla volta (facendo pazientare ancora la polizia dal lanciare il raid). I 20 ostaggi che non avevano saputo recitare il Corano, erano stati uccisi, sgozzati lentamente, torturati, bruciati, sparati. Una degli ostaggi italiani aveva tentato di offrire del denaro agli attentatori per essere risparmiata, e proprio sul suo corpo sono stati trovati i maggiori segni di scellerata violenza e devastazione.

Quando alla fine la polizia ha sfondato l’ingresso, ha trovato solo cadaveri.

Dopo la vicenda, il paese non e’ piu’ tornato come prima. Io non sono piu’ stato in grado di tornare come prima. Qualcosa dentro cambia, per sempre, quando ti imbatti nel vero volto della Religione della Pace.